Due nidi, 173 tartarughine e tanta meraviglia
Nonostante pioggia, fatica e qualche imprevisto tecnologico, a Sant’Andrea e a Procchio quest’estate sono venute alla luce ben 173 tartarughine marine. Due nidificazioni emozionanti, due avventure vissute giorno e notte da un gruppo di persone che all’Elba ci mettono testa, cuore e stivali nella sabbia.
Una schiusa da record (e da batticuore)
Tutto è cominciato a luglio, quando due mamme tartaruga hanno scelto l’isola per deporre le uova. A Procchio, però, il punto scelto era rischiosissimo: troppo vicino all’acqua, troppo esposto ai temporali. I tartawatcher di Legambiente Arcipelago Toscano, insieme al Parco Nazionale e al progetto europeo Life TurtleNest, sono intervenuti subito e hanno spostato il nido in una zona più sicura.
A Sant’Andrea, invece, le acque piovane minacciavano il nido da un tubo di scarico. I volontari del Cigno Verde sono riusciti a deviarlo in tempo. E così, grazie al loro intervento, le piccole Caretta caretta hanno potuto crescere al caldo sotto la sabbia, indisturbate.
E poi… il miracolo
Le schiuse sono avvenute a settembre, quando ormai le giornate si accorciano e il mare si fa più silenzioso. Le tartarughine, furbette e imprevedibili, hanno approfittato dei cambi di turno dei volontari (e persino di un guasto alle telecamere!) per spuntare fuori in massa.
Alcune sono state viste raggiungere il mare, altre sono state salvate appena in tempo da luci artificiali che le disorientavano.
E così, sotto una pioggia battente, il 23 settembre, la squadra di esperti – guidata da Cecilia Mancusi, Marco Zuffi, Isa Tonso, Lisa Ardita, Umberto Mazzantini ed Enrico Michelon – ha aperto i due nidi per il monitoraggio finale.
Il risultato? Uno dei più alti tassi di successo di tutta la Toscana:
- a Sant’Andrea erano state depositate ben 96 uova, 90 si sono schiuse, 5 non si sono schiuse, una tartarughina è rimasta nell’uovo (pipped) e una e stata trovata purtroppo morta dentro il nido;
- a Procchio erano state depositate 89 uova, 84 si sono schiuse e 5 non schiuse.
In totale, un incredibile 94% di successo, soprattutto considerando che si tratta di due nidi tardivi, con incubazioni durate oltre 70 giorni.
La bellezza della dedizione
«Dopo ormai un certo numero di nidi, ho realizzato che ogni nido è un’avventura», racconta Isa Tonso, responsabile del progetto Tartarughe marine di Legambiente e Parco Nazionale e referente per il LIFE TurtleNest. «Un‘avventura ricca di emozioni, dalla telefonata che ti avverte che forse una tartaruga ha nidificato, al ritrovamento delle uova, alla cura e protezione del nido durante il periodo di incubazione, alla sorveglianza del nido, durante la quale si incontrano un sacco di belle persone, i volontari . Grazie tutte e a tutti loro e a tutti glio operatori balneari e turistici che ci hanno dato una mano a nome di Legambiente Arcipelago Toscano, che ho l’onore di rappresentare per questo progetto di salvaguardia delle tartarughe marine che hanno deciso di frequentare il nostro scoglio, che avrà anche tanti difetti, ma è un sito eccezionale per la nidificazione della Caretta caretta. Queste percentuali di successo di schiusa altre località se le sognano!»
Vuoi vivere anche tu un’esperienza così?
Legambiente Arcipelago Toscano è sempre alla ricerca di nuovi volontari per sorvegliare i nidi di tartaruga marina durante il delicato momento della schiusa.
Attualmente i turni di sorveglianza sono attivi presso il nido alla Foce, a Marina di Campo, e presto l’attenzione si sposterà sui due nuovi nidi individuati sulla spiaggia di Lacona.
I turni sono divisi in fasce da 6 ore:
- 6:00 – 12:00
- 12:00 – 18:00
- 18:00 – 24:00
- 24:00 – 6:00
Chiunque può partecipare, scegliendo il turno più comodo.
Per info e adesioni: tartarughe@legambientearcipelagotoscano.com – Isa Tonso: 340 7113722
Occhio alle tracce!
Come già accaduto negli anni scorsi, è possibile che all’Elba ci siano state altre nidificazioni non individuate dai tartawatcher. Per questo, occhi aperti: se sulla sabbia compaiono piccole tracce fitte e ravvicinate, larghe circa 5 centimetri, che partono da un punto preciso e vanno verso il mare (o verso una fonte luminosa), potrebbe esserci stata una schiusa a sorpresa.
In quel caso, è fondamentale chiamare subito Legambiente.
Regole d’oro in caso d’incontro con una tartarughina
- Chiamare subito la Capitaneria di porto (1530) e Legambiente Arcipelago Toscano (3407113722).
- Tenersi a distanza. Non togliere eventuali ostacoli (se non in caso di impigliamento) di fronte alla tartaruga marina, si rischia di spaventarla.
- Allontanare i cani dall’area della spiaggia dove è in corso la schiusa, non avvicinarsi ale tartarughine marine con il cane, nemmeno al guinzaglio.
- Durante la notte, non usare assolutamente torce e luci dei telefoni cellulari, niente foto con il flash.
- Mantenere il silenzio assoluto, si tratta di animali selvatici, che stanno cercando di raggiungere il più presto possibile il loro ambiente naturale, in grande stato di allerta.
- Si possono fare foto diurne o sfruttando la luce rossa utilizzata dai volontari che sorvegliano la schiusa, non in posizione frontale rispetto alle tartarughine.