Fari: testimoni silenziosi dei valori della Riserva di Biosfera Isole di Toscana
I fari sono straordinarie strutture architettoniche che resistono alla prova del tempo, illuminando la via durante le notti più buie. Posizionati all’ingresso dei porti, questi fari hanno facilitato gli approdi notturni per secoli, aggiudicandosi il nome di “Guardiani degli Oceani”.
Ogni faro, con il suo stile architettonico unico, racconta la storia del luogo in cui si trova e mette in evidenza i suoi valori ambientali e naturali.
In questo reportage curato da Kelly Fontana Ravaz della redazione Young Reporter, esploreremo i fari della Riserva di Biosfera Isole di Toscana.
Le straordinarie fotografie che accompagnano il reportage sono gentilmente concesse da Antonello Marchese di Elba Foto Natura, per la CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile) del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
Le sette perle dell’Arcipelago Toscano
Un’antica leggenda narra che Venere, Dea della bellezza, emergendo dalle splendide acque del Tirreno perse sette perle dalla sua collana: le sette isole che oggi formano la Riserva della Biosfera dell’Arcipelago Toscano.
Nonostante le loro differenze, queste isole sono accomunate dalla presenza dei fari su ciascuna di esse. Queste torri dotate di sistemi di lampade e lenti possono emettere segnali luminosi potenti per segnalare la via durante la navigazione notturna. Con un fascino misterioso e un passato antico, questi fari racchiudono storie che meritano di essere raccontate.
Giannutri: faro di Capel Rosso
Il nostro viaggio nell’Arcipelago Toscano inizia dall’isola più a sud, Giannutri, che ospita il suggestivo faro di Capel Rosso. Costruito sulla punta meridionale dell’isola, Punta Rossa, il faro si erge maestoso sulle falesie dei Grottoni.
Costruito nel 1861 e attivato nel 1883, il faro utilizza oggi l’alimentazione fotovoltaica ad ottica fissa con una portata di 13 miglia nautiche.
Ogni primavera e autunno, il Parco Nazionale Arcipelago Toscano organizza una passeggiata alla scoperta di questo sito incontaminato e della sua area protetta. Percorrere la fitta macchia mediterranea di euforbia e lentisco offre panorami incredibili.
Faro di Pianosa
Il faro di Pianosa, situato nella parte più orientale dell’isola, fu inaugurato nel 1864 e si innalza imponente con la sua lanterna alta 42 metri, diventando il punto più elevato dell’isola.
La torre circolare in muratura bianca si erge su un edificio rettangolare utilizzato in passato come abitazione per i guardiani addetti alla manutenzione.
Oggi, come molti altri fari, il lavoro è stato automatizzato. L’alimentazione è elettrica e la luce è prodotta da una lampada alogena che emette due lampi ogni 10 secondi.
I tre fari dell’Isola del Giglio
L’Isola del Giglio vanta ben tre fari sul suo territorio ma soltanto due sono tutt’ora utilizzati per illuminare la via ai marinai: il faro di Capel Rosso, costruito sull’estremità più a sud, con la sua lanterna che si alza di 90 metri sul livello del mare e il faro di Punta Fenaio che illumina la parte settentrionale del Giglio. Costruiti nel 1883 in sostituzione all’antica torre luminosa: il faro delle Vaccarecce, entrambi sono raggiungibili solo attraverso sentieri da percorrere a piedi o via mare.
Capel Rosso è oggi completamente automatizzato dopo che l’ultimo farista Luigi Baffigi rimase a viverci per 37 anni. Vanta un’ottica rotante con una portata di 23 miglia marine. Disabitato per decenni, nel 2016 fu assegnato in concessione a una società che ne fece una meravigliosa struttura ricettiva volta a promuovere un turismo sostenibile alla scoperta del territorio ed alla salvaguardia del paesaggio.
La lanterna di Punta Fenaio s’innalza invece a 39 metri sul livello del mare ed ha un’ottica fissa con una portata di 16 miglia nautiche. Anche quest’ultimo oggi ospita un resort finalizzato a promuovere una forma di ricettività turistica legata ai caratteri distintivi del territorio.
Il faro delle Vaccarecce, conosciuto anche come il vecchio o l’antico, fu costruito nel 1865 e fu il primo dell’isola. Venne, però, dismesso pochi anni dopo perché ritenuto inadeguato a causa della sua posizione troppo elevata. Spesso, infatti, l’illuminazione restava imprigionata nelle nuvole non permettendo, quindi, alla torre di compiere il proprio mestiere.
Capraia: faro di Punta del Ferraione
Il faro di Punta del Ferraione è una meta imperdibile per chi visita l’isola di Capraia, situato sulla costa orientale dell’isola e caratterizzato dalla sua posizione suggestiva su un promontorio roccioso che domina la baia del porto Capraiese.
La data di costruzione non è certa: alcune fonti indicano già il 1854, mentre altre parlano del 1868 o del 1880. Nel 1938, a causa delle intemperie, il faro originale venne sostituito con una nuova torre che si eleva a 30 metri sul livello del mare.
L’alimentazione elettrica è ad ottica fissa ed emette un lampo bianco ogni 6 secondi, con una portata di 16 miglia marine. Oggi ospita gli uffici della Capitaneria di Porto.
Per illuminare la costa occidentale è stata costruita una torre più moderna dopo la dismissione dello storico semaforo di Monte Arpagna.
I due fari di Gorgona
Gli incantevoli paesaggi costieri dell’isola di Gorgona sono illuminati da due fari, composti da semplici torri in fibra di vetro di 5 metri d’altezza con una portata di 9 miglia nautiche.
Il faro di Cala Maestra, situato al punto più settentrionale dell’isola a 105 metri sul livello del mare, e il faro di Cala Scirocco, nel sud estremo a 45 metri sul livello del mare, entrambi funzionanti grazie all’energia fotovoltaica.
Il faro dello scoglio d’Africa vicino all’Isola di Montecristo
Per qualche misterioso motivo sull’Isola di Montecristo non si trova nessuna torre luminosa nonostante la sua posizione molto ravvicinata alle “Formiche di Montecristo“: un banco roccioso affiorante nel Mar Tirreno, a ovest dell’isola, fondamentale per dare riposo agli uccelli durante la loro rotta migratoria. Le “Formiche” hanno rappresentato sin dai tempi più remoti un enorme pericolo per i naviganti: numerosi sono stati i velieri che hanno interrotto la loro rotta sulla secca facendovi naufragio.
Per dare maggiore sicurezza alla navigazione, un primo segnale marittimo fu costruito nel 1867 sulla più estesa più estesa delle “Formiche”: lo scoglio d’Africa, conosciuto anche come Africhella. La torre metallica era alta 16 metri compresi gli alloggi per i guardiani e si ergeva ad appena un metro sul livello del mare. Il faro fu subito soprannominato “la gabbia” a causa delle numerose difficoltà che i faristi erano costretti ad affrontare per gestirne la sua conduzione. Una tempesta distrusse la costruzione e solo dopo la Seconda Guerra Mondiale fu eretta una nuova torre: alta 19 metri, dispone di una luce bianca fissa con portata di 12 miglia e poggia su una base conica.
Le torri luminose dell’Isola d’Elba
L’Isola d’Elba vanta numerose torri luminose, fari e semafori, che da tempi antichi hanno svolto un ruolo cruciale nella gestione del traffico marittimo.
Queste strutture architettoniche sono diventate un importante punto di riferimento per la navigazione del Mar Tirreno, costituendo un patrimonio culturale di valore da preservare e valorizzare.
Tra le torri più importanti troviamo il Faro di Forte Stella, Capo Focardo, Punta Polveraia e Monte Poro.
Il faro di Forte Stella
Il faro di Portoferraio, uno tra i più celebri d’Italia, sorge nel complesso di Forte Stella. Trovandosi sul bastione di Grecale della fortezza portoferraiese domina l’antica città di Cosimo, il porto e l’intero golfo.
Costruito nel 1765 per volere di Pietro Leopoldo, Gran Duca di Toscana, il Faro di Forte Stella divenne presto un simbolo dell’Elba. Ancora oggi, è uno dei primi punti visibili dal traghetto durante l’approdo sull’isola.
La torre in granito è alta 25 metri e sovrasta la Villa dei Mulini, una delle residenze di Napoleone Bonaparte. In sostituzione ai 30 stoppini ad olio utilizzati in passato, oggi l’illuminazione è alimentata da una lampada alogena che emette tre lampi bianchi ogni 14 secondi con una portata di 16 miglia marine.
Grazie alle sue caratteristiche architettoniche e alla sua collocazione paesaggistica, il Faro di Forte Stella costituisce un’importante attrazione turistica dell’Isola d’Elba.
Forte Focardo
Costruito all’interno del Forte seicentesco spagnolo, il faro di Forte Focardo capeggia sul paese di Porto Azzurro.
Costruito nel 1848 per l’illuminazione del tratto costiero della baia, questo faro si erge maestoso a oltre 6 metri sopra le mura e 32 metri sul livello del mare. Oggi il faro è elettrificato e ha una luce bianca fissa che può essere vista fino a 16 miglia nautiche di distanza.
Il territorio intorno alla struttura difensiva ricorda una piccola oasi naturale dove si possono respirare gli aromi della macchia mediterranea composta da lentisco, rosmarino, ginestra spinosa, erica, caprifoglio e cisto.
Il faro di Punta Polveraia
Il faro di Punta Polveraia, situato a Patresi (Marciana), è un luogo magico che offre viste spettacolari sull’orizzonte e tramonti mozzafiato.
Costruito per illuminare il canale di Corsica, questo faro si erge maestoso a 52 metri sul livello del mare. La sua lanterna ha un’ottica fissa con un periodo di 15 secondi e una portata di 16 miglia marittime.
Capo Poro
Il Faro di Capo Poro, situato lungo la costa meridionale dell’Isola nel territorio comunale di Campo nell’Elba, è stato costruito nel 1979 con l’intento di funzionare da subito automaticamente.
Questo faro vanta una luce bianca fissa con una portata di 16 miglia e una lanterna metallica provvista di lente Fresnel, che consente di ampliare il fascio luminoso e renderlo visibile a grandi distanze.
L’antico mestiere del farista
Inizialmente alimentati a petrolio sostituito, poi a metano e infine a corrente elettrica i fari dell’Arcipelago Toscano oggi sono stati resi tutti automatici ponendo così fine alla romantica e leggendaria figura del guardiano del faro. L’ultimo a ricoprire questo ruolo, così affascinante quanto complesso, nelle sette perle del Parco Nazionale è stato Muzio Berti. Dopo una serie di lavori in Sardegna come farista, Muzio prese servizio a Pianosa come dipendente del servizio fari della Marina Militare Italiana, per terminare poi la propria carriera nel 2001 a Punta Polveraia. Qui trascorse ben 32 anni della sua vita insieme alla moglie e ai 4 figli, che nonostante le difficoltà dovute al particolare mestiere del padre riuscirono a diplomarsi e laurearsi.
Ricordano con affetto i piacevoli anni trascorsi a Pianosa, la colonia penale da cui si potevano acquistare prodotti alimentari freschissimi per pochi soldi. Raccontano anche della scogliera di Punta Polveraia spazzata dai venti di Libeccio e Maestrale che scruta e illumina il mare tra l’Elba e la Corsica.
“… C’è da percorrere un sentiero lungo tutta la punta, a mezza costa, che separa una pineta, con i pini alti in pendio fra il sentiero e gli scogli. Fino a dove la punta ha una groppa curva ed arieggiata di macchia mediterranea che guarda all’esterno del golfo, là dove il sentiero rimane in ombra”.
Così Raffaello Brignetti, importante scrittore elbano, figlio di un fanalista dell’Isola del Giglio rievoca quegli anni vissuti a Forte Focardo tra natura e mare. Visse all’Elba e con la famiglia girò tutte le strutture di segnalazione dell’Isola. Il piccolo Raffaello frequentava la scuola elementare di Longone e ogni mattina ad accompagnarlo via mare erano i pescatori locali.
Emozioni indelebili che rimarranno a distanza di moltissimi anni.
Testo tratto da due articoli pubblicati sul sito della Riserva MAB Isole di Toscana:
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Fari/2: testimoni silenziosi dei valori della Riserva di Biosfera Isole di Toscana ›