10 cose +1 che (forse) non sai sull'Isola d'Elba! - I Love Elba!
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Davvero all’Elba i capperi crescono spontanei? Cosa sono i catarulli? È vero che a Rio Marina le case luccicano?

1/11. La lucertola da muro
I Gekkonidi sono una famiglia di piccoli rettili comunemente noti come gechi. All'Elba però non si chiamano gechi, ma catarulli o catellùcoli, dal greco κατάργυρος (katàrgyros). Quando arriva l'estate se ne vedono tantissimi attaccati ai muri e anche ai soffitti, perché grazie alle loro zampe ricoperte di setole, non mollano mai la presa (anche dopo la morte!).
2/11. All’Elba non luccica solo il mare, ma anche le case.
Rio Marina è il paese minerario per eccellenza dell'Elba, dove già gli etruschi iniziarono l'estrazione del ferro e di altri minerali. Anche se le miniere di ferro sono state sfruttate solo fino all'inizio degli anni '80, questo minerale rimarrà per sempre legato a questo paese. Ancora oggi infatti strade, spiagge e persino le facciate delle case luccicano per le minute scaglie di cristalli di ematite presenti, creando un effetto straordinario.
3/11. Capperi che notizia!
La pianta del cappero (capparis spinosa) cresce abbondante all'Elba, in particolare nelle fessure delle rocce e delle vecchie mura delle fortezze. Della pianta si consumano i boccioli dei fiori, detti capperi, che si devono raccogliere nei mesi da giugno a settembre. I capperi devono essere raccolti dalla pianta con il tempo secco perché per una buona conservazione devono essere molto asciutti e si conservano poi sotto sale, sottolio o sottaceto per essere utilizzati in molte preparazioni della cucina elbana. Più raramente si consumano i frutti, noti come cucunci.

4/11. Dove gli altri escono, noi entriamo!
Per l'entrata e l'uscita dei porti solitamente la norma impone di tenere sempre la dritta. Unica eccezione in tutta Italia è il porto di Portoferraio dove, per ragioni di carattere locale, si entra ed esce tenendo la sinistra.
Verifica le regole di entrata e uscita nel porto di Portoferraio su infoelba.it »

5/11. A tutta Birra!
All'Elba si producono anche le birre! La volontà di rimandare a tradizioni antiche e la passione per la birra ha portato al successo di alcuni produttori di birra artigianale. Ce ne sono di ogni tipo: prodotta con farina e miele di castagne, alla nepitella o addirittura fermentata in barrique.
Inoltre sulle bottiglie di un particolare birrificio si possono trovare aneddoti, barzellette e citazioni legate al mondo della birra e della navigazione.
6/11. Il monte più alto della Provincia
Il Monte Capanne, con i suoi 1019 metri sul livello del mare è il monte più alto della provincia di Livorno. La sua sommità è raggiungibile attraverso numerosi sentieri. Da Monte Perone parte un bellissimo percorso, la cui prima parte è chiamato il Sentiero delle Farfalle, perché lì se ne possono vedere numerose specie! Un'ottima alternativa è salire dalle Fortezze di Marciana o da Poggio nei pressi della Fonte Napoleone, dove è anche possibile prendere l'acqua. Inoltre in soli 14 minuti è possibile arrivare sulla vetta tramite una cabinovia (a pagamento) che parte da Marciana.
Non c'è che l'imbarazzo della scelta, ma ne vale veramente la pena. Dalla cima della montagna infatti è possibile godere di un paesaggio mozzafiato: una straordinaria vista panoramica su tutta l'Elba, la costa toscana, le Isole dell'Arcipelago Toscano e la Corsica!
7/11. Il santuario dei Cetacei
Nelle acque dell'Isola d'Elba e di tutto l'Arcipelago Toscano è molto facile incontrare delfini e balenottere, che spesso si avvicinano così tanto da permetterci di godere di uno spettacolo magnifico anche dalla costa.
L'Arcipelago Toscano è difatti il più grande Parco Marino d'Europa ed è inserito all'interno del Santuario Internazionale per la tutela dei mammiferi marini denominato “Pelagos”, istituito da Francia, Principato di Monaco e Italia a protezione dei cetacei e del loro ambiente naturale.
8/11. Incredibili proprietà
Il fico d'india è una pianta succulenta originaria del Messico, che si è ben adattata al clima mite dell'Isola d'Elba. I fichi, che raggiungono la piena maturazione nei mesi estivi, sono succosi frutti rosso-arancioni. Hanno proprietà astringenti, cicatrizzanti, diuretiche e addirittura antiossidanti.
Una volta sbucciati e privati delle punte, i frutti sono commestibili e si mangiano così belli maturi o a volte in confettura. Da questi frutti che hanno un ottimo sapore dolce se ne ricava anche un liquore.
9/11. L'approdo degli Argonauti
Diodoro Siculo narra che i famosissimi Argonauti, dopo essersi impossessati del vello d'oro, raggiunsero un’isola del Mediterraneo chiamata Aethalia dove crearono un piccolo porto per le loro navi e lo chiamarono Argon, dal nome della loro imbarcazione Argo.
L'isola chiamata Aethalia altro non era che l'Isola d'Elba ed il porto in questione, secondo la leggenda, era la spiaggia de Le Ghiaie, una tra le spiagge più belle dell’isola con i suoi splendidi fondali e le meravigliose acque cristalline. Secondo il racconto di Diodoro Siculo i ciottoli bianchissimi e levigati dal mare che caratterizzano la spiaggia, a causa del sudore degli argonauti vennero chiazzati di nero, particolarità che continuano ad avere ancora oggi.
10/11. Tipici d’isola
L'Isola d'Elba è da sempre famosa per i suoi paesaggi ma anche per i prodotti tipici della filiera enogastronomica: aleatico e vini, schiaccia briaca, olio, miele e marmellate. Ma da qualche anno grazie alla fantasia degli elbani sono nate numerose altre delizie. Di qualità e a chilometro-zero la pasta dell'Elba, poi il primo energy drink prodotto all'Elba e visto che all'aperitivo non si può resistere, l'Ape, l'eccentrico blue spritz dell'Isola d'Elba. Al di fuori dei prodotti della gastronomia inoltre profumi e prodotti cosmetici.
11/11. Colonne di granito elbano
L'Elba è molto ricca di granito e la sua lavorazione risale ai tempi dei romani come testimoniano le numerose opere disseminate nelle più importanti città italiane e straniere. Secondo il Vasari, 7 delle colossali colonne del Pantheon a Roma sono “nate” proprio all'Isola d'Elba, in particolare dal granito di Seccheto, così come molte colonne del Duomo di Pisa e del suo Battistero e di molte altre chiese di Pisa. 
Secondo uno studioso tedesco inoltre 18 grandi colonne di granito elbano si trovano nella cattedrale di Aquisgrana, trasferite da Carlo Magno.
Riuscite a immaginare la complessità del trasporto dei grossi manufatti?
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